Revenue-Based Financing per la crescita dell'e-commerce

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Pubblicato il 25 Marzo 2022
Tempo di lettura: 5 minuti

L’accesso ai capitali di finanziamento rappresenta per qualsiasi impresa una necessità per sviluppare la crescita ulteriore dell’attività.

Non sempre le imprese dell’e-commerce si trovano nelle condizioni di poter chiedere un prestito bancario, date le stringenti garanzie richieste da questo tipo di prestito tradizionale.

Per scavalcare il “muro” davanti al quale molte imprese del digitale si sono ritrovate quando si è presentato il momento di dover richiedere capitali per la crescita, sono nate negli anni varie soluzioni innovative quanto le stesse idee imprenditoriali di chi cercava capitali per trasformare queste ultime in impresa che genera ricavi.

Il Revenue-Based Financing (RBF), che possiamo tradurre come il “finanziamento basato sulle entrate o sul fatturato”, è tra le opzioni di accesso ai capitali che maggiormente si sta affermando tra le imprese innovative ed i negozi online. Fintastico, il primo portale italiano dedicato ai servizi finanziari innovativi, ti spiega tutto quello che c'è da sapere sul RBF ed i suoi vantaggi per il tuo e-commerce.

 

Una formula collaudata per imprese innovative

Il Revenue-Based Investing, altrimenti detto, non è un format di finanziamento delle imprese di nuova concezione, dal momento che il modello di finanziamento è già utilizzato da tempo dal settore cinematografico per finanziare film o dal settore farmaceutico per finanziare la ricerca.

I settori appena citati spesso fanno ricorso a modelli di RBF per finanziare i loro progetti, garantendo il pagamento dei finanziamenti ricevuti dai flussi di cassa in entrata o dalle royalties incassate.

Dove sta, dunque, la novità e perché il Revenue-Based Financing trova un interesse crescente anche tra le startup dell’imprenditoria digitale e dell’e-commerce?

Per capirlo vediamo come funziona il Revenue-Based Investing per le imprese digitali e mettiamo a confronto questa via di accesso ai capitali con il prestito bancario tradizionale e con le venture capital.

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Cos’è il Revenue-Based Financing

Con il Revenue-Based Financing una giovane impresa del commercio elettronico riceve un investimento nella modalità di capitale anticipato o graduale, che dovrà ripagare in percentuale sulle entrate mensili maturate.

Se la “rata” mensile è basata sul fatturato, significa che l’importo del rimborso fluttua poiché si basa sulle capacità mensili dell’e-commerce di fare incassi sulle vendite online.

Adattandosi naturalmente ai flussi di cassa mensili i rimborsi del finanziamento fluttuano in ampiezza, espandendosi quando le entrate sono robuste e contraendosi quando le entrate sono ridotte.

Per quanto riguarda i termini di rimborso essi sono concordati in anticipo. Di solito c'è un limite massimo di rimborso mensile (calcolato in percentuale), oppure l’accordo prevede che i rimborsi siano legati al raggiungimento di obiettivi intermedi.

Non è previsto, invece, un tempo ben delimitato di restituzione del capitale ottenuto. Una caratteristica non da poco che rasserena, entro certi limiti, i gestori di e-commerce in quei mesi in cui i ricavi sono più deboli.

Per quanto riguarda l’ammontare totale del finanziamento erogabile, come noi di Fintastico abbiamo spiegato in un articolo sul nostro blog, si va dai 10 mila euro ai tre milioni di euro in base alla società specializzata nel RBF a cui ci si rivolge.

Sono necessari alcuni requisiti per accedere al finanziamento, tra cui avere alcuni mesi di vendite online dimostrabili, di aver fatto già degli investimenti come nel campo del marketing web e poter garantire ricavi mensili di almeno 10 mila euro. Questo allo scopo di rendere sostenibile per tutti l’investimento.

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Differenze tra prestito bancario e Venture capital

Da questa breve introduzione al finanziamento basato sul fatturato si comprende che rispetto ad altre forme di accesso ai capitali ci sono delle differenze sostanziali per le società dell’e-commerce.

Altre differenze le presentiamo confrontando il Revenue-Based Investing con il prestito bancario tradizionale e l’accesso alle opportunità di finanziamento offerte da un venture capital.

Partiamo dal prestito bancario. Una giovane impresa dello shopping online che si presenta in banca per ottenere un prestito deve presentare alcune garanzie ipotecarie, che possono essere beni immobili o asset finanziari personali o altri asset tangibili nella disponibilità della giovane impresa.

Difficilmente, però, un marketplace online appena costituito ha la possibilità di offrire garanzie in termini di asset fisici ad una banca. Un brand del fashion appena nato e che ha deciso di puntare tutto sulle vendite online, ad esempio, potrebbe avere come “asset fisici” i modelli della collezione di moda, ma difficilmente questi ultimi sono valutabili per l’accesso al finanziamento.

Il Revenue-Shared Investing, terzo modo di definire questa forma di raccolta di capitali, non richiede al brand dell’e-commerce nascente di presentare garanzie in cambio del prestito.

Quando un venture capital decide di investire nel progetto di una impresa innovativa perché ne vede il potenziale di crescita, invece, richiede di entrare a far parte della realtà imprenditoriale come socio in cambio dei fondi necessari alla crescita; oppure chiede l’ingresso di un suo membro nel consiglio di amministrazione (se già strutturato o viene appositamente strutturato).

Non solo, i venture capital possono anche chiedere ai fondatori di uscire (“exit”) dalla loro realtà imprenditoriale per ripagare il finanziamento.

Entrambe le condizioni appena descritte, con un finanziamento basato sulle entrate non sono richieste. Gli e-merchant fondatori, con un prestito RBF non sono costretti ad uscire in un momento in cui la valutazione dell’e-commerce potrebbe risultare svantaggiosa, anzi, mantengono il pieno controllo della loro realtà senza la presenza di terzi.

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Gli aspetti da valutare del Revenue-Based Investing

Fino ad ora abbiamo presentato gli aspetti positivi del RBF, ma per completezza è bene mettere in chiaro anche quelli che sono gli aspetti sfidanti di questa forma di finanziamento della crescita di una attività legata al commercio elettronico.

Tipicamente il costo del finanziamento basato sul fatturato è inizialmente più basso di un prestito bancario, ma con la crescita delle entrate mensili cresce anche il costo del finanziamento.

Nel complesso il costo del Revenue-Based Financing è più alto di un prestito bancario, ma più economico di un finanziamento erogato da un venture capital.

 

Concludendo

Il Revenue-Based Financing bene si adatta a quei brand legati allo shopping online con un modello di business in rapida crescita, che con il loro flusso di cassa mensile sono in grado di ripagare in tempi relativamente brevi il finanziamento, permettendo loro di accedere a nuovi finanziamenti secondo la stessa formula o di abbattere i costi sul prestito.

L’RBF, quindi, si applica bene a quelle realtà imprenditoriali del commercio elettronico con prodotti o brand emergenti ma in espansione rapida, capaci di generare un importante cash flow mensile che gli consente di sostenere il rimborso variabile in scioltezza.

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